EDITORIALS | Vi racconto i fatti del mondo tra bellezza, coraggio e stile

FASHION BLOGGER: LA SCHIAVITÙ VOLONTARIA DEL XXI SECOLO



Quando qualcuno mi chiede come diventare Fashion Blogger di professione io per prima cosa arriccio il naso poi gli consiglio subito di cambiare strada.
Perché se la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”, stilata nel 1948 sancisce l’abolizione ufficiale di qualsiasi forma di schiavitù, il movimento abolizionista non ha ancora contagiato oggi innumerevoli aziende, convinte  di poter disporre del lavoro delle giovani leve, senza nulla dovere in cambio, forti dell’eccellenza del proprio nome. Solo che nel 2014 i “nuovi schiavi” sono consapevoli e accettano lo sfruttamento abbagliati dall’offerta di un bene come compenso del proprio operato.
Quello delle Fashion Blogger è un fenomeno che ha saputo spaccare il mercato a colpi di outfit.  Nel 2007 fare il/la Fashion Blogger poteva essere una nuova strada da percorrere in termini professionali, un nuovo veicolo di comunicazione, insomma l’obiettivo c’era e si poteva ancora toccare.
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FANNO TENDENZA I FIORI, LA SUOLA TRIPLA E IL CORAGGIO DI AMMETTERE I PROPRI LIMITI

Quando mi guardo intorno, sollevando finalmente occhi e cervello dal monitor, ormai appendice della mia esistenza, mi accorgo di un tripudio di fiorellini su gonne impalpabili, di centimetri guadagnati grazie a suole speciali applicate alle calzature più fashion e di un estremo bisogno di apparire diversi da quello che, in realtà, si è
Nell’era dei social network, dove la comunicazione è resa possibile quasi esclusivamente in ottica 2.0, è facilissimo apparire: sorridenti, frizzanti, su spiagge assolate e con drink arcobaleno in mano, millantando like e hype in onore di una vita stupenda, che fa gola e invidia ad amici e fans.
Eh si, perché nell’era del 2.0 anche noi comuni mortali finiamo per avere dei fans. Io, che nella vita reale ho i capelli crespi, i leggings infilati nei calzini e la sensualità di un australopiteco, posso vantare un fans group che si aggira attorno ai 10.000 individui, tra social vari.
La situazione mi fa sorridere e ammettere, con uno speciale lancio di fairplay, che non mi piace pensare a questi soggetti come fans, numeri quasi, utili solo a comporre un seguito (ostentabile) che omaggia inerme la mia vita perfetta. Non sono una Star, non sfogo lo stress giocando a squash, non vivo Upper Class e non indosso diamanti Chopard acquistati con la mia carta Gold.
Sono piuttosto una caotica e disordinata quasi-semi-più o meno-regolare lavoratrice autonoma (con un fantastico entourage super collaborativo),  che beve troppo caffè, si incazza, ucciderebbe per un affogato al cioccolato Carte d’Or da consumare in pigiama seduta sul tappeto del salotto e non usa l’iPhone (da Cupertino ringraziano) a causa di una forte propensione a distruggere ogni strumento super tecnologico su cui posa anche solo lo sguardo.
Mi piace quindi piuttosto pensare a questi 10.000 volti come persone con uno spirito affine al mio, persone da conoscere e con le quali costruire un legame (che anche se virtuale può comunque avere un valore), con le quali interfacciarmi, delle quali fidarmi perché è proprio dall’interazione con esse che è possibile crescere, sia moralmente che professionalmente.
Prendere ispirazione dal web per decidere cosa indossare al mattino è, sociologicamente, una cosa bellissima: significa che abbiamo imparato a fidarci delle persone e dei loro gusti.
Non sarebbe ancora più bello se, oltre che lasciarci ispirare dalla passione sfrenata per le floral skirt e le SlipOn a suola tripla, decidessimo di lasciarci andare anche al piacere di farci scoprire come siamo realmente? Con i limiti che ci rendono veri, senza l'obbligo di ostentare solo ed esclusivamente una vita da Vip, perché in questo assurdo 2014, a mio parere, non c’è niente di più invidiabile di una persona che sta bene con sé stessa, al di là dei drink ghiacciati e delle Ammiraglie con autista. 
Un abbraccio
Elena Palieri 


LA VERA BELLEZZA

"La bellezza non è esagerazione, una moto sproporzionata, per quanto performante, non sarà mai bella e non darà emozione nel guardarla e neanche a salirci sopra e stringerla fra le gambe. La bellezza è armonia, equilibrio, sensuale finezza ... " [estratto da un messaggio ricevuto pochi giorni, relativo al binomio donne e moto]
La bruttezza è un elemento di disturbo. Il disgusto provato di fronte alla sproporzione di una persona definita "non bella" è una sensazione comune. Ma che cosa è esattamente "non bello"? E cosa invece lo è? Mi accorgo che nel 2014 bello e brutto non sono altro che semplici aggettivi soggetti a canoni estetici preimpostati da una società dedita al conformismo, mascherato da trasgressione. Bella è una ragazza dai lunghi capelli biondi, con gli occhi verdi ed un seno perfetto, con la vita da vespa e i fianchi sottili. Brutta è una donna bassa, dai capelli arruffati ed il corpo troppo morbido per entrare in una taglia 46. Si, perchè oltre quella taglia un corpo è brutto. Ma chi lo ha detto? Tutti. Lo hanno detto tutti. Lo hanno detto i dettami della moda, che non fanno sfilare donne oltre un certo peso. Eppure anche la moda può essere democratica; ve lo dico io, che nella moda ci lavoro e non sono certo bella secondo i luoghi comuni. Non sono bionda, niente occhi verdi e soprattutto niente crop top, metterebbe in risalto una vita che non è certo da vespa. Ma questo sporco ed apparentemente infido mondo mi ha accolta ugualmente grazie al sostegno di persone come voi, che mi seguite e che negli ultimi giorni mi avete scritto i messaggi che hanno ispirato questo articolo. La bellezza vera non è un luogo comune, bello è ciò che crea emozione. Bello è ciò che alla vista, al tatto, al gusto, accende passione. Ogni donna è splendida, così come ogni uomo è bello. Ogni corpo è perfetto accompagnato dalle giuste movenze, dalla sinuosità perfetta per la sua conformazione, dall'abbigliamento che meglio delinea la personalità in esso contenuta. Un corpo di donna, più morbido dei canoni estetici socialmente riconosciuti, mescolato ad una blusa scivolata e femminile, reso dolce da grandi occhi e da una mite consapevolezza di se, è quanto di più bello qualsiasi artista possa riprodurre. Un uomo dai muscoli non delineati, ma dal carattere forte e protettivo, capace di ridere e far ridere è l'essenza stessa del fascino.
"Apprezzo e amo le curve, la naturalezza e le donne che quando le abbracci e le stringi ti trasmettono qualcosa di autentico, non solo a livello mentale ma anche fisico, che è comunque una componente umana"; questo è un estratto da un bellissimo messaggio ricevuto pochi giorni fa. Ho voluto condividerlo con voi, con quelle di voi che come me spesso si sentono inadeguate, imperfette e magari a volte schiacciate da un'ideale di perfezione che non raggiungeranno mai, perchè appunto, è solo un idea. Un astrazione. Siete già perfette. Mettetevi davanti ad un uomo e misurate la vostra bellezza esternando la vostra vera essenza, siate semplicemente voi stesse, con i dubbi e le paure che vi rendono umane, con quegli occhi dolci ed intensi che vi rendono donne, con quei movimenti fluidi che rendono splendido il vostro corpo. Di qualsiasi misura voi siate, qualsiasi sia la vostra storia, voi sarete perfette.
Elena Palieri


WANNA BE: THE IMPORTANCE OF GETTING IN THE GAME - L'IMPORTANZA DI METTERSI IN GIOCO



Voglio iniziare questo 2014 con un tema "caldo".  Voglio che sia l'anno in cui tutto si può. Voglio che sia il momento per abbattere le barriere e mettersi in gioco. Arriva sempre nella vita il momento in cui comprendiamo che diventare vecchi è obbligatorio, ma diventare adulti è ancora facoltativo e siamo sempre liberi di scegliere di restare un po' bambini dentro e sfruttare quell'incoscienza, tipicamente infantile, causa di grandi emozioni. Si cade, si vola, si piange, si grida, si mettono in circolo le energie affinché ogni cosa possa accadere.  In un mondo in cui tutto sembra diventato ovvio e prevedibile è ancora bello guardarsi allo specchio, non per vanità ma per imparare ad  auto-sorprendersi; provare nuovi costumi, modificarsi, sperimentare approcci diversi, vite differenti. La libertà di scelta rimane la più grande rivoluzione, soprattutto quando questa libertà fortifica e rende in grado di varcare ogni confine senza sentirci imbecilli.
Get in the game - il mio punto di vista
I canali di comunicazione sono sempre più saturi di consigli su come essere perfetti, trendy, alla moda, in una parola, a mio avviso: uniformi.
L'uniformità è e continua ad essere da secoli un bisogno primario dell'uomo, l'appartenenza ad un gruppo attraverso l'omologazione dell'identità è sinonimo di protezione, essere parte di un insieme rassicura ma comporta spesso la non capacità di oltrepassare i confini. Per pigrizia, per paura o semplicemente per obbligo di convenzione. Appartenere ad un insieme è certo importante, ma non succede nulla se ad un certo punto qualcuno decide di guardare oltre ... 
Pochi giorni fa un amico, nonchè una delle "penne" più spietate del mondo del fashion blogging, mi ha inserita all'interno del 5% di blogger per lui meritevoli, a discapito di un 95% di spazi ricolmi di un "tutto già visto", motivazione: capacità di rinnovarsi. Io lo ringrazio e penso che cambiare la propria immagine sia il primo segnale di un desiderio di mettersi in gioco,  prevede certo un pizzico di follia, ma garantisce un'adeguato afflusso di esperienze, che, nel bene o nel male, tracciano un percorso identificativo del nostro essere.
Mi avete spesso detto che ho un'immagine troppo sweet, magari naturale ma non così appariscente da potermi garantire un valido riconoscimento; io vi ho preso in parola e ... mi sono messa in gioco :D
Ho indossato pelle nera e pumps in vernice per salire su una Hypermotard e mostrare al mondo che donne e motori qualche volta legano, e non solo in termini erotici. Mi sono fatta fotografare con un taglio di capelli assolutamente innaturale per provare a testare un'immagine di me più "Suicide Girl", mischiandomi a quell'elevata percentuale di donne che mettono il proprio volto (e il corpo) per rappresentare una corrente di pensiero trasgressiva e non convenzionale. Sono una donna anche io insomma, cosa mi impedisce di provare a vedermi così ogni tanto? Sono tornata me stessa subito dopo. Ho insomma giocato con la mia immagine, quella più profonda, quella che in qualche modo vuole dire qualcosa al mondo. Io voglio essere ... Tutto. Voglio provare ... Tutto. Voglio vivere ... Tutto. Voglio assaporare ogni angolo, restando sempre Me Stessa. Consapevole di non poter piacere a tutti ho accettato l'idea di sentirmi libera, ho imparato ad esprimere sempre ciò che penso, a volare sempre nella direzione che ritengo opportuna, a riservarmi il diritto di cambiare idea se necessario. Ma prima di modificare la mia opinione voglio garantirmi di averne una che sia cosciente, e per averla l'unica soluzione è agire, Do or Die dice un vecchio motto, e allora Do It
Ricordo un pranzo, lo scorso anno, ad un tavolo con i big Manager di una nota multinazionale, mi chiesero di parlare di me e io, tra le altre cose, risposi: "Nella vita ho fatto di tutto, e lo rifarei". Ho fatto mille esperienze diverse mescolandomi indistintamente ad ambienti raffinati come a quartieri popolari, con la voglia di provare di tutto, purchè sulla mia pelle. Mi restava solo l'immagine con cui giocare, ho usato anche quella. Ho rinnovato anche quella. Ora sono pronta a ricominciare da capo ... Chi viene con me in una nuova folle avventura?
Elena Palieri



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