Ho sempre pensato che le paure vadano affrontate guardandole dritto in faccia e che il modo migliore per vivere sia quello di vivere coraggiosamente. Inoltre, lavoro nel mondo della comunicazione, dove ogni occasione merita di diventare un'opportunità per guardare il mondo da un'altra prospettiva e raccontare le emozioni con un linguaggio tutto nuovo. "Calcola i rischi e valuta le opportunità : se l'opportunità vale più della paura allora salta. Allora VIVI".
Sono sempre stata attratta dall'adrenalina: il cuore che batte più forte, il cervello che lavora veloce. L'adrenalina è un ottimo antidoto contro la paura ed è una fantastica spinta a vivere con coraggio, a sporcarsi le mani per portare a casa il successo.
Così un sabato mattina, consapevole delle mie paure e dei miei limiti, ho scelto come esorcizzante il paracadutismo: lo sport estremo perfetto per attraversare tutti i miei fantasmi, rafforzare le mie debolezze e darmi una nuova storia da raccontare.
Ho cercato su Google i centri per il paracadutismo in tandem e ho scoperto ASD VZONE, tra i risultati meglio recensiti.
ASD VZONE è la scuola di paracadutismo a Vercelli (NO) che consente corsi di paracadutismo sportivo AFF (Accelered Free Fall) e voli in tandem con istruttore. Ho prenotato subito il mio skydive, per un volo in tandem da un'altezza di 4.200 metri, raggiungibile in circa 15 minuti. Ho voluto fare questa esperienza da sola, per avere la certezza di poter vincere con le mie sole forze la mia battaglia.
Sabato 26 luglio, alle 10 del mattino ero al campo volo. Ho compilato i moduli di autocertificazione, ritirato il mio kit di volo ed aspettato.
Ho aspettato il mio turno di lancio con il paracadute per 3 ore, durante le quali ho assaporato lentamente la sensazione straordinaria di riprendere finalmente in mano la mia vita*
(*Non mi dilungo in dettagli, ma alla vigilia di un passo importante, ho scelto di sollevare la testa e riprendere in mano il mio coraggio, la mia determinazione e la mia forza, ecco il motivo di questo salto).
Al termine dell'attesa, un rapido briefing sul comportamento da tenere in volo e l'assegnazione dell'istruttore, nel mio gruppo eravamo in 4 persone a saltare con il paracadute, 3 uomini ed io.
Siamo stati imbracati ed accompagnati sull'aereo. Dal finestrino vedevo la terra allontanarsi ed il mio cuore ha iniziato a battere forte. Che cosa stavo facendo? Dovevo essere impazzita! "Non ce la farò mai, voglio scendere, non ho abbastanza forza per andare fino in fondo" - mi ripetevo.
Poi a 4.200 metri sopra le nuvole il portellone si è aperto.
E niente è stato più come prima.
Una sferzata di aria gelida e distruttiva è entrata nell'abitacolo dell'aircraft ed io non ho capito più niente. Ho visto saltare il primo paracadutista e mi sono sentita spingere verso l'esterno. In quell'istante ho guardato in faccia tutte le mie più grandi paure: paura del vuoto, paura di non farcela, paura di affrontare da sola un "salto importante". Mi sono aggrappata al portellone troppo terrorizzata per saltare e ho guardato dentro l'abitacolo. Il tutto è durato pochi secondi, mai il mio cervello aveva lavorato così veloce come in quell'attimo. Volevo davvero che l'ultima cosa che avrei visto fosse l'interno dell'aereo, prima di tornare a terra insieme al pilota, da perdente? Oppure volevo essere la persona che, calcolato il rischio, affrontava le sue paure e si riprendeva la sua vita?
Una frazione di secondo, tanto è bastato. Poi ho guardato giù e quando l'istruttore ha urlato "Elena sei pronta?" ho risposto "SI".
Un solo colpo di reni e poi il cuore si ferma. Cadi nel vuoto e dai polmoni esce il grido più forte e più liberatorio che si possa immaginare.
Avevo voluto il cielo e lo avevo raggiunto, lo avevo conquistato e mi ci ero tuffata dentro.
Guardare il cielo nuotandoci dentro è una sensazione indescrivibile, una serie di emozioni che si rincorrono rapide, fluendo attraverso le arterie fino ad un cuore che è appena rinato a nuova vita.
Tutto è azzurro lassù, dell'azzurro più azzurro che si possa immaginare. L'aria è densa e leggera al tempo stesso, è come galleggiare sopra i propri fantasmi senza più averne paura. Aprire le braccia ed offrire lo stomaco, le gambe ed il viso al vento è come nutrirsi di energia solida, con la consapevolezza di non avere più limiti e di poter fare tutto.
60 secondi circa, tanto dura il tuffo nel vuoto, che ad una velocità di 200 Km/h porta a raggiungere la quota di 1.700 metri dal suolo, prima che venga aperto il paracadute. Quando l'istruttore mi ha toccato la spalla per avvisarmi dell'apertura del paracadute non ci ho quasi fatto caso, ritrovandomi così strattonata dall'enorme vela che ha frenato la nostra caduta riportandomi alla realtà .
La realtà nella quale fluttuavo però non era più la stessa da cui ero partita. La Elena piena di dubbi e paure accumulate nell'ultimo periodo, non esisteva più. La Elena che fluttuava nell'aria, appesa ad un paracadute era la vera Elena: ero tornata, ero tornata a vivere! E non avrei potuto esserne più felice.
Siamo atterrati in circa 10 minuti di volo rilassato, tornando al campo volo dove sono caduta rovinosamente a terra travolgendo l'istruttore, con il mio corpo e con le mie risate. Avete presente quella risata incontenibile, quella che rompe gli argini, quella di quando hai raggiunto un obiettivo e ti senti un vincente? Ecco, quella risata lì.
Il paracadutismo può avere tante forme e tanti scopi, diversi per ogni persona. Ma per me ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un salto dentro alla vita.
E non vedo l'ora di tuffarmi ancora 😊
"Hai solo una vita, gioca la tua partita: prendi il tempo, prendi l'attimo e salta. E SALTA!