Impariamo dalla natura per essere felici: movimento di semplicità volontaria

06:37:00



Come avevo anticipato su Facebook sono tornata. E con nuove prospettive direi, causate probabilmente dal fatto che il compimento dei fatidici 30 anni mi ha portata ad un furioso ed inevitabile giro di boa che ha fatto di un nuovo spirito la propria bandiera. 

Dopo un lungo periodo di catarsi, riflessione e pulizia ho dunque appreso che non sono assolutamente intenzionata a rinunciare alla mia passione per lo stile (non parliamo di moda, attenzione, parliamo di stile!) e ho altresì compreso quanto questa passione possa fondersi con i comportamenti che sono diventati parte integrante di un modo di vivere differente. Si chiama: semplicità volontaria

Avere tenuto attivo un fashion blog dedicato alla moda, allo stile ed al lifestyle per 10 anni, ha portato alla consolidazione di una verità: siamo quello che indossiamo - indossiamo lo specchio di quello che siamo. E tutto ciò equivale tranquillamente al concetto del "siamo ciò che mangiamo" e "siamo ciò che facciamo". La decisione di intraprendere e condividere dunque uno stile di vita differente parte proprio da questa consapevolezza. 

Impariamo dalla natura ad essere felici: parliamo della semplicità volontaria. 
Il movimento di semplicità volontaria (o Downshifting) nasce negli Stati Uniti come reazione spontanea allo sfrenato consumismo e si diffonde, prevalentemente tramite tam-tam mediatico e verbale, arrivando a toccare lo spirito di diverse persone in tutto il mondo. 
Coloro i quali scelgono di vivere secondo i dogmi della semplicità volontaria non lo fanno in virtù di un vero e proprio ideale futuro ma scelgono piuttosto di vivere un presente che assecondi le proprie inclinazioni, proiettate verso un desiderio di sobrietà capace di favorire l'apprezzamento delle  cose semplici e del tempo di qualità. 
Al di là dei valori che il movimento è in grado di predicare, quali "lavorare meno per vivere meglio" e "vivere da non-consumatori" sulla falsariga del modello Beatnik (qui un approfondimento del decalogo specifico), questo stile di vita mi è sempre appartenuto, aveva solo bisogno di linfa per sbocciare. 
"Quando si tratta di cambiare il mondo intorno a noi non dobbiamo mai sottovalutare il potere di una buona storia: la tua" - J. Becker. 
Vediamo quindi insieme come iniziare (e vivere!) questo prezioso percorso. 

Capire e scegliere la semplicità volontaria.
La mia consapevolezza è iniziata quando ho scoperto che, per motivi biologici, non avrei mai potuto avere il tipo di vita alla quale per anni ho segretamente aspirato. Prendere coscienza che qualcosa andava riadattato alla situazione instabile che mi si poneva davanti è stato necessario così come è stato necessario ripartire da me per capire quale (nuova) direzione prendere. 
La presa di coscienza vera e propria di ciò che sarebbe stato naturale per me fare, in particolare, è arrivata una mattina in cui ho iniziato a fare decluttering di tutti i vestiti, scarpe e accessori accumulati in tanti anni da fashion blogger, a lavoro ultimato mi sono accorta di avere riempito 32 (trentadue!) sacchi di oggetti di cui non sentivo un effettivo bisogno. 

Vedere quindi armadi, cassetti e scarpiere svuotate e riordinate con pochi, pratici e preziosi indumenti mi ha dato un gran senso di benessere portandomi verso lo step successivo: realizzare che potevo vivere con meno e accettare dunque qualche sacrificio per ottenere qualcosa di più. 

Vivere con meno per ottenere di più.
Il secondo passo si è quindi realizzato quando ho scelto di abbandonare la via del lavoro dipendente e di concretizzare il mio sogno di costruire un'agenzia creativa. Aprire un'attività è stato un passo importante e, per quanto io sia stata fortunata nel trovare una persona con la quale condividere tutto questo e delle buone basi da cui partire, ha richiesto e richiede ancora oggi non pochi sacrifici. Tuttavia la mia rinnovata non-necessità di fare shopping ogni settimana, unitamente ad una migliore gestione del tempo durante la giornata, è stata determinante nel valorizzare tutte le soddisfazioni che, con il giusto impegno, quest'attività sta arrivando a darmi da quasi 2 anni. 

Siamo ciò che mangiamo: cibo semplice ed energia dalla natura. 
Naturalmente avviare un'attività in proprio richiede sacrifici anche economici, specialmente all'inizio, e questo ci porta verso il passo numero 3: la spesa. Fare la spesa ha richiesto notevoli tagli in termini di costi, consumare quindi cibi precotti, confezionati o altamente industriali è stato quindi bandito in favore di più economiche verdure di stagione ed alimenti base. Acquistare farina, legumi, frutta e verdura non è solo molto più economico, ma anche molto più salutare e gratificante! 
Ho imparato la soddisfazione di preparare in casa torte, biscotti, pizza, pasta fresca, zuppe di verdure, pane, consumare poca carne (godendomi quindi un hamburger o una bella bistecca in occasioni particolari) ed utilizzare l'aceto per pulire, al posto di dozzine di costosi solventi chimici. 

E sapete una cosa: sto bene. Mi da enorme soddisfazione raccogliere dall'orto verdure fresche e profumate, impastare una torta e sentirne il profumo che esce dal forno mentre bevo una tisana calda, accogliere gli amici a casa con una cena preparata da me e portare, ad una merenda pomeridiana con le amiche, biscotti fatti in casa. Proprio io, che ho vissuto anni e anni con cibi surgelati e a mala pena sapevo bollire un uovo!

E nel weekend oppure durante le vacanze? La natura è sempre stata in primo piano, quindi ampio spazio a passeggiate tra i boschi, un bagno nel fiume, telefono spento e mente aperta. 

Look e stile
E con la mente aperta arriviamo allo step numero 4: l'auto consapevolezza lontana dagli stereotipi.
Vivere Beatnik, in armonia con la semplicità volontaria, mi ha portata a prestare molta più attenzione nell'indossare solo ciò che ha un effettivo impatto positivo sul mio benessere e a non scegliere un look solo perché va di moda oppure perché addosso ad un'altra persona sta bene. 
Scelgo quindi di vestirmi in modo meno ricercato, dando spazio alla semplicità comoda, ai tessuti di qualità che accarezzano e lasciano respirare la pelle, ai colori e ai non-colori in base all'umore del giorno senza curarmi troppo dei trend di stagione ma solo dei trend della mia personalità. 

Scelgo jeans, maglioni grandi e morbidi, abiti lunghi, femminili e svolazzanti, anfibi, abiti bon ton, tacchi a rocchetto e camicette da Lady Vittoriana vestendomi sempre con outfit che hanno su di me un impatto positivo, magari diversi tra loro ma capaci di rendermi esattamente la persona che scelgo di essere giorno per giorno. 

Scegliere di abbracciare uno stile (di moda e di vita) di semplicità volontaria, avviene attraverso un desiderio radicato di cambiare la nostra vita e le nostre abitudini, ma deve avvenire in maniera naturale e senza forzature, solo così la scelta di consumare meno e vivere meglio sarà effettivamente una condizione di benessere e non una gabbia. 

In un'epoca basata sulla proliferazione incontrollata dei bisogni materiali, il valore della semplicità è qualcosa che fatichiamo a comprendere e spesso tendiamo a vederla più come "l'ultima spiaggia" che come una condizione di benessere, quale invece è.

Non è la prima volta che ne parlo comunque 😊



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